Lo strumento collocato in cantoria nella Chiesa Cattedrale di Manfredonia è databile alla seconda metà dell’ottocento e attribuibile ad autore meridionale (forse alla bottega molisana dei D’Onofrio, come suggerisce un monogramma a matita sulla catenacciatura).
Segue una prassi attestata nel meridione a partire dal settecento (ad esempio in Basilicata negli strumenti di Cancellara o S. Mauro Forte) la disposizione di una doppia serie di canne lignee di basseria, una per le prime note del Principale e l’altra per i Contrabassi. Fedele alla tradizione anche l’ambito della tastiera, con prima ottava corta pur se estesa al Fa5. Più tipica del sec. XIX la taglia del Flauto in VIII, così come l’intonazione delle canne piuttosto ricca di denti.
Scheda Tecnica
- organo di scuola napoletana databile alla seconda metà del sec. XIX
- collocato in cantoria sulla porta principale e racchiuso in cassa lignea intagliata e dorata
- 25 canne di facciata in stagno disposte in 3 cuspidi (9-7-9); canne interne in piombo e di basseria in castagno
- 1 tastiera di 50 tasti (DO1 – FA5 con prima ottava corta); copertine dei diatonici in osso e dei cromatici in ebano; frontalini piatti in osso
- pedaliera a leggio di 9 tasti (DO1 – DO2)
- trasmissione meccanica sospesa
- disposizione fonica:
|
|
- somiere maestro a tiro in noce con 9 stecche per i registri; tre somierini dietro il somiere maestro ospitanti le prime otto canne del Principale in castagno; somiere di basseria con 9 canali ospitante i Contrabassi 16’ in castagno
- tiratutti a pomello e a pedaletto
- crivello in pioppo con bocche sottostanti
- un mantice a sacco azionato da elettroventilatore
- Pressione del vento: 58 mm in colonna d’acqua
- Corista: 425 Hz per il La3 a 22° circa
- Temperamento Sievers (5 quinte ristrette di 1/5 di comma).